Il Licencing è la concessione da parte dell’organizzazione non profit del proprio marchio in cambio di una donazione stabilita. In questo caso, la donazione non è connessa al volume delle vendite come nel Cause Related Marketing. Si basa su un accordo tra le parti in cui si stabilisce l’importo della donazione e le conseguenti modalità di utilizzo del logo (sul packaging, su un singolo prodotto o linea di prodotti, nelle campagne pubblicitarie). In assenza di strumenti adeguati per gestire il lato ”marketing” delle campagne, spesso il Cause Related Marketing si riduce ad un semplice licencing, che però ha potenziali di ingaggio molto minori sui pubblici target, a svantaggio sia degli investimenti delle aziende che della resa a lungo termine per gli enti. Evitare che il Cause Related Marketing sia solo o prevalentemente un abbinamento di loghi da sottoporre ai clienti, e orientarlo invece alla raccolta di nuovi dati e alla loro analisi, è il nuovo orizzonte per sviluppare l’alleanza profit-non profit.
Si apre un nuovo modo di raccogliere fondi, tutto da esplorare. Ogni azienda è un potenziale partner e donatore. Ogni cliente.può diventare un sostenitore ed un potenziale ambasciatore ed influencer della vostra organizzazione.
L”utilizzo della piattaforma Donapp è completamente gratuito per le organizzazioni/enti non profit cosi come non costa nulla ai loro sostenitori partecipare alle campagne di cause related marketing che sono completamente finanziate dalle aziende.
Coinvolgere aziende attraverso la piattaforma Donapp proponendo loro di realizzare campagne sociali che portano vantaggi ad entrambi.
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Donapp si aggiunge un nuovo modo per portare benefici alle organizzazioni/enti non profit e ad aziende Con Donapp il cause related marketing diventa possibile per tutti.
A differenza del 5×1000 ci fondi delle aziende vengono erogatilla fine di ogni campagna e sono immediatamente disponibili. Donapp permette di trovare nuovi donatori tra i clienti delle aziende coinvolte.
Donapp è un nuovo canale di raccolta fondi che apre a nuove azioni. Creare gruppi di acquisto solidale, campagne in alleanza con le aziende, eventi e nuove forme di volontariato, sono solo alcuni esempi.
Misurare la reale percezione dei clienti non è solo una esigenza delle aziende che “donano” attraverso le tecniche Cause Related Marketing, ma è anche bisogno primario per gli enti non profit. Ci sono infatti alcuni rischi come quello di prestarsi ad una alleanza profit-non profit che possa venire compresa dai consumatori solo come strategia forzata allo scopo di migliorare l’immagina aziendale. Il passaparola diventa protagonista di polemiche e critiche molto dannose per tutti, impresa e organizzazione. Anche le grandi organizzazioni possono giovare di strumenti di rilevazione del gradimento della clientela.
Viviamo in un’epoca in cui ogni consumatore ed ogni donatore ha un megafono, quello dei social network. Il futuro dell’economia è vendere una minore quantità di un maggior numero di beni, e premiare la libertà di scelta di milioni di piccolissimi mercati. Allo stesso modo il futuro del corporate fundraising è quello di ascoltare (e premiare) milioni di gruppi di opinione, che appartengano a realtà non profit diverse, o che sostengano una grande organizzazione internazionale.
Spesso la donazione aziendale è prefissata, ed è quindi erogata alla organizzazione non profit a prescindere dai risultati della campagna di Cause Related Marketing. E’ certamente una buona notizia per l’organizzazione, che otterrà la donazione prevista in ogni caso, ma è anche una grande occasione persa, quella di lavorare in maniera evoluta su nuovi pubblici e target per renderli donatori nel tempo, per individuare nuovi settori prospect, per accumulare know how con cui poter creare altre campagne con altre aziende alel quali dare non solo la “buona causa” ma anche nuovo expertise.
Le organizzazioni no profit, sia per cultura o forse ancor più per il lato economico, hanno meno confidenza col tema della “brand identity” di quanto non facciano le imprese. ma non per questo non è viva per tutte la esigenza di distinguersi nell’ampio panorama italiano.
Sono tutti obiettivi che un semplice accostamento di marchi rende meno raggiungibile, visto che la forza del prodotto, delle leve di marketing, possono sovrastare l’immagine del partner non profit. Interagire con la clientela fa spostare l’attenzione ripartendola adeguatamente tra azienda e buona causa.